Pubblicata sulla rivista “In Terris” la bella intervista fatta a Cecilia Ficcadenti, ricercatrice Iref che, insieme a Gianfranco Zucca, ha da poco concluso una serie di incontri con alcune responsabili Acli Colf di tutta Italia per acquisire delle informazioni utili a rimettere al centro l’azione associativa, valorizzare i territori e vedere cosa si fa all’interno di questi, in relazione al sostegno alle famiglie e alle assistenti familiari.
L’intervista
Come nasce e che obiettivi ha il progetto di ricerca sociale sviluppato da Iref in sinergia con Acli Colf?
“Il progetto nasce su richiesta di Acli Colf con l’intento di rimettere al centro l’azione associativa, valorizzare i territori e vedere cosa si fa all’interno di questi in relazione al sostegno alle famiglie e alle assistenti familiari. In qualità di ricercatori, indagare e dialogare nei vari territori, ascoltare i lavoratori e le famiglie, è molto importante per capire quali sono le potenzialità e le presenze di Acli Colf nei vari luoghi, nonchè i bisogni dei lavoratori domestici e delle famiglie. Ho notato che vengono svolte molte attività, in maniera differenziata da un territorio all’altro, diversi rapporti di lavoro e prese in carico, ma spesso non inserite all’interno di una presa. Quindi, la nostra idea, attraverso delle interviste qualitative svolte in qualità di Iref, è di arrivare a poter formulare una proposta di servizio, trovare la quadra rispetto ai servizi che già vengono svolti, in modo da attuarli in una forma più strutturata e offrire così ad altri territori la possibilità di utilizzarli.”
Quali sono le peculiarità emerse dai territori che avete preso in analisi?
“Innanzitutto, si è evidenziata una grandissima attenzione alla formazione. L’altra caratteristica emersa, siccome le lavoratrici domestiche spesso sono donne, migranti e, di conseguenza, spesso sole, è la grande attenzione riservata al tessuto sociale di queste persone. Il lavoro di cura è estremamente impegnativo e rischia di essere anche molto isolante in quanto, molte volte, si arriva in Italia da soli e si vive con la persona che si deve assistere. Credo che, Acli Colf, come associazione, possa dare un supporto in tal senso. L’altra caratteristica peculiare è il senso di fiducia. I vari servizi si esplicano con i diversi sostegni amministrativi ma esso viene utilizzato grazie alla fiducia instaurata con le persone. In questo caso, le famiglie, si chiamano datori di lavoro, ma sono delle famiglie che si sono ritrovate in difficoltà, a dover contrattualizzare l’assistenza di un proprio familiare in un momento delicato e la fiducia assume una valenza fondamentale.”
Come si connota l’azione di Iref per la costruzione di quello che si può definire un welfare innovativo?
“Sicuramente è una questione di ampio respiro che deve ingaggiare più centri di produzione scientifica, elaborazione politica e culturale. Penso che, fare ricerca nel Terzo Settore, significhi fare rete tra diverse realtà. Collaborare con diverse realtà su uno specifico tema può, in qualche modo, entrare nel dibattito pubblico. La chiave è costituita dal fatto di lavorare con diverse professionalità e in rete con le altre organizzazioni.”