Il Medioevo
Allo sfaldamento dell’Impero Romano d’Occidente seguì il periodo oscuro delle invasioni il cui ricordo è testimoniato dalle devastazioni e dai saccheggi che i Barbari operarono. La rinascita socio-economica delle nostre contrade si ebbe solo in epoca longobarda, con il sorgere ed il ripopolarsi di numerosi paesi, con la costruzione delle abbazie e dei turriti castelli, costruiti seguendo l’andamento morfologico del terreno e le asperità dei luoghi per aumentare la loro capacità di difesa. Al periodo longobardo risale la costruzione di uno dei più importanti stati monastici dell’Alto Medioevo: l’Abbazia di San Vincenzo al Volturno. Il maestoso complesso, eretto nel 703 per opera dei monaci benedettini, fu distrutto nell’881 dai saraceni e nel 1349 dal terremoto. Dell’antico complesso architettonico sono stati ricostruiti, tra il 1953 ed il 1964, solo una chiesa ed un convento, mentre restano a testimoniare lo splendore di un tempo una serie di archi a tutto sesto e la Cripta dell’abate Epifanio con il grandioso ciclo pittorico di affreschi di scuola benedettina del IX secolo, in cui sono visibili, anche se deturpate dal tempo, scene raffiguranti Gesù Crocifisso, il martirio di San Lorenzo e quello di S. Stefano. L’opera di scavo sta portando alla luce la vastità dell’insediamento e la sua straordinaria imponenza, a conferma della traccia indelebile che questo complesso ha lasciato nella storia della cristianità.
Al periodo longobardo si fanno risalire, tra l’altro, le costruzioni dei castelli di Civita di Bojano, di Tufara, di Roccamandolfi e di Campobasso, quest’ultimo originariamente torre di avvistamento coperta da una cinta muraria di epoca sannita, ampliato e fortificato nel 1459 dal feudatario conte Cola di Monforte.
Nel periodo normanno, con il consolidarsi del feudalesimo, furono costruiti molti castelli. Il castello di Pescolanciano, dei duchi D’Alessandro, sorge su una roccia e conserva ancora il ponte levatoio, le feritoie, le scuderie originarie. Il castello di Torella del Sannio, costruito tra il XIII ed il XIV secolo, è a pianta trapezoidale, con tre torri circolari lungo le mura perimetrali. Il castello di Castropignano, dall’alto di un roccione inaccessibile, domina la Valle del Biferno; fortilizio longobardo, nell’XI secolo fu trasformato dai normanni in dimora dei duchi D’Evoli. Abbiamo poi il castello di Monteroduni, oggi dei principi Pignatelli, e quello di Cercemaggiore.
L’edificio difensivo più rappresentativo della costa adriatica molisana è il Castello Svevo di Termoli, fatto costruire nel 1247 da Federico II insieme al muro di cinta del Borgo Vecchio e alla Torretta.
Nel periodo angioino, e in quello successivo, furono costruiti altri castelli a Colletorto, a Bonefro, a Civitacampomarano, a Venafro e a Riccia.
In campo religioso, il periodo che va dal X al XIV secolo, noto come periodo romanico-gotico, segna una delle tappe luminose dell’evolversi dell’architettura sacra nel Molise, con influenze pugliesi, campane ed abruzzesi.
Tra le chiese di maggior spicco figurano il Duomo di Termoli, la chiesa di S. Giorgio Martire di Petrella Tifernina, la chiesa di S. Maria della Strada in agro di Matrice, il Santuario di S. Maria di Canneto in agro di Roccavivara, la chiesa di S. Nicola di Guglionesi con caratteri stilistici già presenti nel Duomo di Termoli.
La costruzione del Duomo di Termoli ebbe inizio intorno al secolo XII. Interessante è la facciata a salienti, a due piani, con eleganti arcate, il portale con lunetta, in cui è scolpita la “Purificazione”, e le bifore cieche. L’interno è a tre navate absidate. Nella cripta si ammirano resti di un pavimento a mosaico.
La Chiesa di San Giorgio Martire di Petrella Tifernina costruita nel 1165, stretta tra le case del centro storico, presenta sulla facciata un portale riccamente ornato, sormontato da una lunetta a bassorilievo in cui è raffigurata una lotta di bestie immaginarie – opera di Magister Epidius, datata 1211 – ed un campanile a cuspide ottagonale.
L’interno è a tre navate absidate. Nei capitelli sono rappresentati motivi simbolici.
Immersa nel verde della campagna, su una piccola altura in agro di Matrice, si erge la Chiesa di Santa Maria della Strada, affiancata da un’alta torre campanaria staccata dalla chiesa, costruita tra il XII ed il XIII secolo su qualche preesistente fabbrica. Ha la facciata a frontone con pseudo protiro e due lunette laterali, nonché un rosone centrale a dodici raggi. L’interno è a tre navate absidate, con copertura a capriate. Di rilievo è il monumento funebre del sec. XIV ricavato nella navata sinistra. La torre campanaria è staccata dalla chiesa. Nell’interno a tre navate, c’è un monumento sepolcrale quattrocentesco.
Nella Valle del Trigno, in agro di Roccavivara, intorno al XIII secolo, nel luogo in cui era un edificio più antico, è la Chiesa di Santa Maria di Canneto. La muratura esterna della facciata e della torre campanaria contiene vari frammenti databili tra l’VIII ed il IX secolo. La facciata a spioventi, è liscia. In essa si aprono il rosone ed il portale d’ingresso, sormontato da una lunetta a rilievo con l’Agnello crucifero ed un leone alato. L’interno è a tre navate absidate, con copertura a capriate e colonne romane, provenienti da altra costruzione, con capitelli romanici. Particolare attenzione merita il pregevole pulpito in pietra del 1223 che poggia su tre archi asimmetrici, con parapetto ornato da sette archi, con figure di monaci. Interessante, pure, l’Ultima Cena, scolpita sul paliotto dell’altare. Esternamente, sul lato destro, si innalza la torre campanaria con merlature e con due ordini di trifore sui quattro lati.
Del periodo romanico si ricordano anche le chiese di San Bartolomeo e di San Giorgio a Campobasso, la chiesa Madre di Ferrazzano e la parrocchiale di San Giovanni in Galdo.
Tra le opere con caratteri romanico-gotici sono da ricordare il Duomo di Larino, la Cattedrale di Venafro, nonché i portali delle parrocchiali di Montefalcone del Sannio, di Sant’Erasmo e di Santa Maria a Bojano, di Sant’Emidio e di San Francesco in Agnone, della chiesa di San Leonardo a Campobasso, della chiesa di San Pietro e Paolo a Tufara.
Il Duomo di Larino, la cui costruzione risale al 1319, è dedicato al protettore San Pardo. La facciata, opera di Francesco Petrini di Lanciano, risente dell’influsso abruzzese ed è divisa in due ordini da una cornice. La parte inferiore è dominata dal grande portale ogivale, fortemente strombato, con pseudoprotiro formato da colonnine tortili, lisce, intrecciate ed ornate da leoni e da grifi. Nella lunetta è raffigurata la Crocifissione. Nella parte superiore della facciata si apre un grande rosone, di ispirazione pugliese, a tredici raggi anziché a dodici. La torre campanaria, costruita nel 1451 dal maestro Giovanni da Casalbore, presenta caratteri spiccatamente medioevali. L’interno è a tre navate con copertura a capriate ed archi ogivali.