È il secondo della provincia e della regione per popolazione dopo Campobasso. Si caratterizza per la presenza di un promontorio sul quale sorge l’antico borgo marinaro, delimitato da un muraglione che cade a picco sul mare. La città si estende oggi sulla costa e verso l’interno, ma il suo centro propulsore è il promontorio sul mare Adriatico, sede del caratteristico Borgo Antico, topograficamente diviso dal resto della città dalle mura di contenimento e dal castello. Data la sua posizione strategica sul mare, si possono vedere in giornate soleggiate le Isole Tremiti (FG) e verso sud il profilo del promontorio del Gargano; buttando un occhio verso nord si può ammirare il Golfo di Vasto e i rilievi abruzzesi della Majella.
La città si affaccia sul mare Adriatico ed ha un’altezza che va dai 0 ai 178 m sul livello del mare. La città è situata nella zona altimetrica della collina litoranea ed è classificata a basso rischio sismico.
Geograficamente gran parte del territorio si colloca tra il fiume Biferno (a sud) e il torrente Sinarca (a nord) entrambi a carattere torrentizio; la parte storica della città si sviluppa sul piccolo promontorio-penisola a ridosso del mare ma la città moderna trova il suo ampliamento nella zona dell’entroterra in particolar modo nei quartieri-satellite. Nella città di Termoli si incrociano il 42º parallelo Nord e il 15º meridiano Est; quest’ultimo è il meridiano centrale del fuso orario (UTC+1 o Central European Time) di Berlino, Parigi e Roma (Europa centro-occidentale) che di fatto determina l’ora del fuso stesso (chiamata infatti l’ora di Termoli). Il meridiano è denominato Termoli-Etna e questo fa della città adriatica una “Greenwich” italiana.
L’incrocio tra le due linee immaginarie avviene sulla spiaggia di Rio Vivo o più precisamente presso la marina di San Pietro, a pochi passi dal luogo dove fino a poco tempo fa era situato un trabucco in disuso (Trabucco di Bricche). I calcoli più datati situavano invece il punto di incrocio in corrispondenza di un’antica torretta semi-distrutta che si trova sempre sulla strada di Rio Vivo.[5]
Un bassorilievo ricorda tale luogo. Si può notare come il trasferimento della carovana del Giro d’Italia 2011 seguì idealmente tale meridiano: la tappa siciliana si concluse sul Mongibello, e quella molisana ripartì dalla città adriatica.
Termoli in Storia
Le attestazioni di vita più antiche risalgono all’età preistorica e romana e sono documentate dai ritrovamenti di necropoli preistoriche in contrada Porticone e Difesa Grande, nonché da attestazioni ricognitive di ville romane. Se ci sono stati dunque insediamenti preistorici, protostorici e di età storica, questi andrebbero ubicati sulle colline prospicienti la costa, divise da corsi d’acqua. Probabilmente, in seguito alle scorribande dei Barbari e ai momenti di crisi socioeconomica del basso impero, gli abitanti dei luoghi si sono rifugiati sul promontorio – zona facilmente difendibile, aperta sul mare, alta, con un unico accesso alla terraferma.
La prima attestazione di vita è la costruzione dell’edificio sul quale, in seguito, nel XII o XIII sec. è stata edificata la Cattedrale nella forma che vediamo noi oggi. La prima chiesa risale forse al X secolo d.C. La Cattedrale, oltre a testimoniare la presenza di un vescovo e quindi di una diocesi, è anche il fulcro del Borgo, luogo verso il quale confluiscono strade e vie. La presenza, oltre dell’edificio sacro, anche del Castello, voluto forse da Federico II come torre di vedetta sull’Adriatico (non del tutto diverso nelle funzioni dalle torrette allineate lungo la S.S. 16 a Nord di Termoli) denota un periodo di splendore intorno al XII e XIII secolo d.C. Le invasioni turche con saccheggi e devastazioni (tra cui quella di Piyale Paşa), terremoti, passaggi di proprietà tra dinastie e famiglie nobili hanno segnato un momento di calo durato fino al 1770 circa. Nel 1847 con il passaggio a Termoli di Ferdinando II, fu concesso ai termolesi di edificare anche al di fuori della cinta muraria: il re Borbone diede l’autorizzazione per tracciare le due direttrici che avrebbero segnato l’inizio dello sviluppo della città – conosciute come il Corso (Corso Nazionale) e il Secondo corso (Corso Fratelli Brigida), poi affiancate dal Terzo Corso (Corso Vittorio Emanuele).
Monumenti e luoghi d’interesse
Castello Svevo
Il Castello svevo è il simbolo più rappresentativo della città. La sua architettura improntata a gran semplicità, priva di qualsiasi ornamento, e le sue caratteristiche difensive lasciano supporre che sia stato costruito in epoca normanna (XI secolo), interamente in pietra calcarea e arenaria, nei pressi di una preesistente torre longobarda. Esso è tuttavia definito svevo in seguito alla ristrutturazione e fortificazione voluta da Federico II di Svevia nel 1240, dopo i danni arrecati da un attacco della flotta veneziana. Data la sua ubicazione, era il fulcro di un più ampio sistema di difesa, costituito da un robusto muro che cingeva l’intero perimetro della città e da diverse torrette merlate, di cui una si è conservata intatta ed è situata all’ingresso del Borgo antico.
La Cattedrale
Di notevole interesse architettonico è anche la cattedrale di stile romanico pugliese dove sono conservati i corpi dei santi patroni della città, Basso e Timoteo. Essa è edificata nel punto più alto del promontorio termolese, ha sviluppo longitudinale ed è divisa in tre navate. Difficile determinare la data di costruzione della basilica; alcuni elementi, tuttavia, farebbero presupporre la presenza di una cattedrale già nel IX-X secolo. La facciata della chiesa può essere idealmente (e anche materialmente) divisa in due parti: quella inferiore e quella superiore in netto contrasto tra loro.
Altre architetture religiose
Chiesa San Timoteo
Chiesa Gesù Crocifisso
Chiesa del Carmelo
Chiesa Sacro Cuore di Gesù
Chiesa San Francesco d’Assisi
Chiesa Santi Pietro e Paolo
Chiesa Santa Maria degli Angeli
Chiesa Sant’Antonio
Chiesa Maria SS. della Vittoria in Valentino (pellegrinaggio ‘a Madonn’a ll’unghe)
Chiesa di Sant’Anna
Chiesa della Madonna delle Grazie
Monumenti civili del borgo medievale
La parte antica della città è caratterizzata principalmente dal Castello svevo (utilizzato come simbolo della stessa città) dalla Cattedrale situata in Piazza Duomo, dalla Chiesa di Sant’Anna e dalla Torretta Belvedere. Di notevole importanza l’ex seminario vescovile situato in piazza S.Antonio, Piazza Vittorio Veneto con il suo palazzo e i suoi giardini, il Monumento ai caduti, il Santuario Maria SS. della Vittoria in Valentino e la Chiesa della Madonna delle Grazie.
La gastronomia
La gastronomia termolese è tipicamente marinara, ma fa ampio uso dell’olio prodotto sulle colline vicine. Il piatto tipico per eccellenza è u’ bredette alla termolese, pasto serale dei pescatori di ritorno a casa dalle paranze. Altri piatti tipici sono:
Pasta alla chitarra con sugo di seppie e/o calamari;
I fesille (i fusilli con sughi di verdure in bianco o al ragù al pomodoro);
I sécce (seppie) e ‘pisille;
I pulepe ‘mbregatorie (I polpi “in purgatorio”);
I trejje (le triglie) alla ‘ngorde (ingordo);
I trejjezzole (triglie piccolissime);
U pappòne (il pappone);
A mertiscene (la torpedine);
I tubettini con ‘i maruzzelle (pasta [tubetti] con lumachine di mare);
I pulepe arrecciate (polpi con olio di oliva in padella);
U scescille;
I scarpelle di Natale: pasta di pane lievitata e fritta;
I cacate de ciavele: piccole palline di pasta fritta ricoperte di miele.
Gli eventi più importanti
Essendo la vita marinara storicamente legata con quella civile della città, le ricorrenze e le tradizioni di Termoli sono molto legate al mare, come testimonia la peculiare festività di San Basso e l’incendio del castello.
San Basso
Le giornate del 3 e del 4 agosto sono dedicate alla celebrazione del Santo patrono della città attraverso suggestive commemorazioni. La mattina del 3 agosto, dopo la solenne messa alle 6.00 del mattino, un simulacro di San Basso viene portato in processione dalla Cattedrale fino al porto, qui viene caricato su un peschereccio precedentemente sorteggiato. Inizia la processione in mare seguita dai vari pescherecci fino alla Torre del Sinarca dove il vescovo benedirà, attraverso il lancio di una corona di fiori in mare, sia la città che l’attività della pesca in memoria dei caduti in mare. Il santo successivamente verrà riportato al porto dove sarà esposto per tutta la notte nel mercato ittico. La giornata del 4 agosto è dedicata ad un’altra processione che vede il Santo trasportato dai fedeli nelle vie del Borgo Antico per ritornare alla cattedrale. La città, allestita a festa con bancarelle, luminarie e stand, assiste la notte del 4 agosto ad uno spettacolo pirotecnico al porto mentre la spiaggia di Rio vivo è seminata di falò permessi dalla capitaneria di porto, che vede la gioventù termolese festeggiare il proprio patrono.
Incendio del Castello
Altro evento molto sentito dalla città è la festività dell’Incendio del Castello nella notte del 15 agosto. La festività, che vede coinvolto il Borgo Antico e il Castello nel pieno di uno spettacolo pirotecnico, non è altro che una rievocazione storica dell’assalto dei turchi del 1566. Le truppe ottomane, guidate da Piyale Paşa, invasero e saccheggiarono i vari borghi delle coste abruzzesi, molisane e pugliesi. L’anno 1566 vede l’invasione della città di Termoli; quest’ultima fu trovata dai Turchi vuota in quanto la popolazione, precedentemente avvisata, scappò e si rifugiò nei territori limitrofi. Le truppe non trovarono nulla da saccheggiare in quanto i cittadini riuscirono a portare con loro gli oggetti più preziosi; presi dalla ira i turchi decisero di dar fuoco al borgo distruggendo tutti gli edifici e buona parte della cattedrale. Lo spettacolo vuole, appunto, ricordare ciò che subì il Borgo nell’antichità; inoltre l’intero lungomare viene addobbato da stand e bancarelle, con eventi organizzati dai vari lidi e spettacoli vari.